Ho sentito dire da qualcuno che le Assicurazioni sono tutte uguali. Ebbene mi sento di affermare che, ad eccezione delle polizze per cui il Legislatore ha imposto un testo predefinito, che le polizze sono tutte diverse. Al contrario di quello che si potrebbe credere.
Vi immaginate degli assicuratori seduti a copiare i testi l’uno degli altri senza fare alcuna modifica? Possibile che i testi non siano espressione di un loro modo di vedere, di percepire, di assecondare il mercato o non siano condizionati dalla voglia di guadagnare? Forse a prima vista le assicurazioni potrebbero sembrare tutte uguali. Dato per assunto il tipo di rischio (che sappiamo è diverso e cambia da attività e attività – perfino nello stesso settore di appartenenza) il confronto viene fatto dai neofiti sugli elementi più comprensibili ed evidenti quali ad esempio: Il massimale, le franchigie, la retroattività, la postuma, la durata, il marchio. Molto poco si sa invece di quelle circa 40 pagine che accompagnano il foglio di carta principale. Quel malloppo detto anche fascicolo informativo (che ogni anno per qualche nuova legge cambia forma) che contiene: definizioni; condizioni generali di assicurazione; condizioni particolari di assicurazione, condizioni specifiche di assicurazioni. Ogni parola contenuta in quel papier può assumere un significato diverso a seconda di com’è posizionata. E gli assicuratori questo lo sanno. E con queste limitano l’esposizione al rischio su eventi che non gradiscono. Riducono i tempi per gli adempimenti contrattuali. Fanno in modo di posizionare il loro prodotto per una fascia di prezzo e un target di persone/aziende che sia appetibile al loro piano di sviluppo. La loro capacità assuntiva è determinata anche dai Riassicuratori, dalla conoscenza del rischio e del suo andamento nel tempo: quanti sinistri hanno ricevuto; quale il loro ammontare. Si, mi sento di affermare che tutte le polizze sono diverse. Flaviano Fiocchi
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