Bombardati continuamente da due anni a questa parte in televisione, sulle pagine dei nostri quotidiani e sui social dalle parole chiave “covid19”, “no vax”, “green pass”, a volte spiccano notizie locali che ci riportano indietro alla nostra vita di una volta.
Mettiamo in risalto la notizia del grattacielo Torre dei Mori incendiato a Milano in Via Antonini, avvenuto la domenica 29 agosto quando molti dei condomini erano assenti.
Da un video diffuso in rete si nota l’origine dell’incendio localizzato al 15° piano ma in questo caso specifico l’incendio si è propagato in modo anomalo verso il basso trasformando l’immobile di 18 piani in una torcia gigantesca: questo strano fenomeno di propagazione del fuoco fa ipotizzare un uso di rivestimenti esterni con materiale non idoneo.
Una volta appurata la notizia dell’assenza di vittime o feriti, emerge immediatamente il quesito fondamentale: chi e come paga questa disgrazia? Non solo noi che operiamo nel settore assicurativo ne siamo particolarmente sensibilizzati, ma una questione del genere potrebbe accadere a chiunque ed è un incubo in cui nessuno di noi vorrebbe trovarsi dentro.
Segnaliamo l’interessante articolo di Massimiliano Jattoni Dall’Asén del 31 agosto 2021 dal titolo “chi rimborsa i danni dell’incendio a Milano? Rischio indennizzo zero per i condòmini” sul Corriere della Sera online, che si chiede: “ma che materiale è stato usato nella costruzione della Torre dei Mori? La legge cosa dice a proposito delle coperture? E infine: chi pagherà il conto di questo disastro che ha mandato in cenere i beni personali, gli arredi e reso impraticabili le abitazioni di una settantina di persone?”
E continua: “purtroppo, in Italia «abbiamo un vuoto normativo», come spiega al Corriere della Sera l’avvocato Nicola Frivoli del Comitato Scientifico del portale Condominio e Locazione di Giuffrè Francis Lefebvre. E anche se abbiamo «la disciplina sull’antincendio che in teoria dovrebbe coprire anche situazioni come questa, di fatto manca una norma ad hoc».”
Nell’articolo l’Avvocato spiega che i costruttori seguono delle linee guida riportate dai Vigili del Fuoco per il Ministero ma lo fanno in assenza di obbligo, e cita l’art. 1669 del codice civile che stabilisce la responsabilità dell’appaltatore per la rovina o i gravi difetti di edifici o immobili di lunga durata, che si manifestino però nel corso di dieci anni dal loro compimento.
Ora, nel caso della Torre dei Mori che ha più di 10 anni di vita si intravede l’ombra della prescrizione e si allarga la responsabilità anche sui fornitori dei materiali usati, descritti come ignifughi nel capitolato dei lavori depositato in Comune e sull’amministratore di condominio che nella sua funzione deve occuparsi anche della sicurezza di tutto l’immobile.
Attualmente l’assicurazione per gli edifici condominiali non è obbligatoria! Alcuni condomini previdenti si possono tutelare con polizze assicurative ma che potrebbero escludere i danni per dolo o per colpa grave, le sue franchigie potrebbero ostacolare un indennizzo maggiore.
Come protagonisti di un incidente di questa portata ci ritroviamo all’improvviso davanti un enorme e rognoso problema da risolvere, che poi non si risolve in tempi brevi, con angosce e stress economici e psicologici fortissimi per tutti i membri della famiglia. La perdita di una casa, di un risparmio di tutta una vita, dei mobili e degli oggetti a cui sei più attaccato affettivamente, e la crudele persistenza di un mutuo ancora da pagare, tutto ciò appeso ad un filo del destino che sembra giocare un tiro mancino perverso e che si manifesta con un contratto assicurativo non stipulato o peggio, stipulato male.
Da qui nasce l’importanza della copertura assicurativa fatta bene, a regola d’arte da chi di cavilli contrattuali e appendici di appendici ne fa il pasto quotidiano. Urge un cambio culturale, intellettuale, nel pensiero di noi tutti: vedere l’assicurazione non come mero costo ma come investimento alla nostra serenità della vita.
Cit. Massimiliano Jattoni Dall’Asén, 31 ago 2021, Chi rimborsa i danni dell’incendio a Milano? Rischio indennizzo zero per i condòmini, Corriere della Sera web